sabato 2 gennaio 2016

Cronologia storico-leggendaria di Roma

L'area del Circo Massimo vista dalla sommità del Palatino.
Era nota come Valle Murcia; ospitò numerose celebrazioni religiose. Fu teatro anche del cosiddetto ratto Delle Sabine, di età romulea

Questa cronologia vuol solo essere d'aiuto per una pur sommaria descrizione degli avvenimenti delle origini di Roma, e utile, soprattutto, per la comprensione del prossimo post sulle quattro nascite di Roma.

* * * * * 

1500 a. C. circa
Regno solitario di Giano assieme alla moglie-sorella Camena sul Gianicolo/Campidoglio. È un'età ancora indistinta, in cui uomini e dei, natura e civiltà si scambiano vicendevolmente caratteri e aspetto.
Ecco Macrobio (1):

"Su questa terra che ora viene chiamata Italia, regnò Giano ... questo Giano ospitò Saturno, giunto presso di lui per mare, e da lui imparò l'esperienza dei campi, migliorando così il vitto precedente, che era ferino e rozzo prima che si conoscessero le biade; e in ricompensa lo associò al regno".

La sintesi più poetica di tale scorcio protostorico lo dà Virgilio, nella rievocazione di Evandro a Enea (2):

"Questi boschi gli indigeni, Fauni e ninfe, popolavano e una razza umana nata dai tronchi delle dure querce, priva di norme e di cultura, dei gioghi che s'impongono ai tori o di ammassare le messi ignara, o di riporre i prodotti: con gli alberi, invece, ma anche con l'aspro vitto della caccia si nutrivano ..."

1350-1235 a. C. circa
Quell’età silvana subisce un impulso al progresso coll’avvio dell'età di Saturno. Ancora Virgilio:

Per primo ... venne Saturno ... lui quella razza indocile e dispersa per gli alti monti adunò, stabilì le leggi ... d'oro ... sotto quel re furono i secoli: così placidi i popoli in pace reggeva(3)

"Il padre Giano fondò una rocca, l'altra Saturno,
una si chiamava Gianicolo, l'altra Saturnia [il Campidoglio]" (4)

Parco di Bomarzo. Ercole uccide Caco
Siamo ancora nella leggenda; per essa s’intende una trasfigurazione poetica dei primi indizi storici: essi vedono l'insediamento dei Siculi, col re eponimo, Siculo, in Saturnia (colle del Campidoglio) e sul Cermalo (parte del futuro Palatino) e di numerose località vicine (fra cui Praeneste, l'attuale Palestrina).
Lo conferma Dionigi d'Alicarnasso:

"Si dice che i più antichi abitatori della città, che ora è abitata dai Romani e che domina la terra e il mare, siano i Siculi, e cioè una popolazione barbara e autoctona" (5)


È anche il tempo di Caco, figura semileggendaria di ladro, mostro e gigante, generato sul Cermalo/Palatino da Vulcano e Maia (da notare che sul Palatino esiste una scala di Caco che sale dalla zona del Circo Massimo sino al Cermalo, ove si trovano capanne d'età romulea); la sua spelonca si trovava sull'Aventino.
Così Dante, per bocca proprio di Virgilio, ricorda il bandito, e l'episodio della sua uccisione:

Lo mio maestro disse: "Questi è Caco,
che, sotto ’l sasso di monte Aventino,
di sangue fece spesse volte laco. 

Non va co’ suoi fratei per un cammino,
per lo furto che frodolente fece
del grande armento ch’elli ebbe a vicino; 

onde cessar le sue opere biece
sotto la mazza d’Ercule, che forse
gliene diè cento, e non sentì le diece" (6)

L'uccisione del ferino Caco da parte di Ercole simboleggia la cacciata dei Siculi dal Lazio e da Roma da parte degli Aborigeni (etimologia: ab origines), popolazione autoctona che si fuse, come vedremo, con popolazioni greche.
I Siculi furono scacciati nel meridione d'Italia, quindi s'insediarono nella parte orientale dell'isola cui diedero il nome, sconfiggendo i Sicani (relegati nella zone ovest).
Questa è l'epoca di Evandro, Ercole, Enea, degli eroi che, liquidando il mondo pastorale precedente, pongono le basi per la storia di Roma e dell'impero cantato da Virgilio.

Antiche cisterne sul Palatino

1253 a. C.
Approdo di Evandro, da Pallantion nell’Arcadia, alle pendici del Palatino ove fonderà l'abitato di Pallantium (il Palatino, allora formazione roccioso ricoperta di querceti è l’antico approdo del fiume). Evandro è un semidio, figlio di Hermes e Themis Carmenta. Scrive l'archeologo Andrea Carandini:

"[Gli Arcadi] furono bene accolti furono bene accolti da Fauno [padre di Latino] il quale discendeva da Pico, che discendeva a sua volta da Marte, e il re concesse loro di insediarsi sul Palatino. Alle pendici del monte verso il Tevere gli Arcadi formarono un abitato chiamato Pallantium ... che si sarebbe trasformato in Palatium, e alla radice di quel monte istituirono un culto a Pan Liceo, in un santuario chiamato Lykaion; in termini indigeni il culto era rivolto a Fauno Luperco, cioè lupo e capro, e il santuario era il Lupercal" (7)

Statua della Magna Mater presso il Museo Palatino. Un tempio dedicato alla Grande Madre era presente sul Palatino/Cermalo

1235 a. C.
Sbarco di Ercole al Palatino, che uccide Caco (8).
L'Ara Maxima di Ercole sorgeva ove ora è sita la Basilica di S. Maria in Cosmedin, a Piazza Bocca della Verità.
All'eroe parte della tradizione ascrive anche la costruzione del ponte Sublicio (il più antico dell'urbe, oggi scomparso). Campeggiava nei pressi dell'Isola Tiberina.

1215 a. C.
Inizio del regno di Latino.

1184 a. C. e oltre
Capitolazione di Troia. Viaggio di Enea e successivo sbarco a Laurento (circa dieci miglia dalla futura Roma); qui è accolto da Latino. Enea è figlio di Anchise e Venere; Latino di Fauno, nonché discendente di Pico e Marte. L'unione di Troiani e Italici/Latini congiungerà così le due importanti deità.
Latino dà in moglie la propria figlia Lavinia a Enea.

Il viaggio di Enea

1182 a. C.
Fondazione della città di Lavinio, oggi Pratica di Mare (9)

Dopo 1182 a. C.
L'unione fra Enea e Lavinia provocherà la reazione di Turno, re dei Rutuli (figlio di Dauno e della ninfa Venilia) cui era stata promessa (10), anche per volere della moglie di Latino, Amata.
Seguiranno due guerre contro i Rutuli. Nella prima morirà Latino; la seconda, vittoriosa, avvenuta dopo che Enea avrà federato Troiani e Italici sotto lo stesso nome di Latini (11), verrà combattuta contro Turno e il suo potente alleato etrusco (Mezenzio, re di Cere); vi troverà la morte lo stesso Enea. Livio commenta:

"La battaglia fu vittoriosa per i Latini, e per Enea fu l'ultima delle sue gesta mortali ... fu sepolto presso il fiume Numicio [il Rio Torto, fra Ostia e Ardea; Ardea era regno di Giuturna, fratello di Turno] ora lo chiamano Giove Indigete" (12)

Il fiume Albula (ovvero il Tevere) divenne confine fra la potenza etrusca e quella, insorgente, dei Latini.

1152 a. C.
Fondazione di Alba Longa (sul monte Albano) da parte di Ascanio, figlio di Enea e Lavinia.
Secondo una tradizione diversa il figlio d'Enea era Iulo, avuto non da Lavinia sul suolo laziale, ma da Creusa a Troia: tale leggenda fu avvalorata dalla gens Iulia (da Giulio Cesare e Ottaviano Augusto) per rafforzare miticamente il prestigio della dinastia.

1152-753.
Discendenza di re albani. Livio:

“[Dopo Ascanio] sale al trono Silvio, figlio di Ascanio, così chiamato perchè era nato in una selva. Egli genera Enea Silvio e questi a sua volta Latino Silvio, dal quale furono fondate alcune colonia, chiamate dei Prischi Latini. A tutti i re che regnarono in Alba rimase il cognome di Silvii. Da Latino nasce Alba, da Alba Atis, da Atis Capis, da Capis Capeto, da Capeto Tiberino, che morto annegato nel fiume Albula lasciò al fiume il nome lasciato dai posteri. In seguito regna Agrippa, figlio di Tiberino,  e dopo Agrippa, ricevendo il governo dal padre, Romolo Silvio. Questi ucciso da un fulmine lasciò il regno ad Aventino, il quale sepolto su quel colle che ora è incluso nella cerchia cittadina di Roma diede il nome al colle stesso. Gli succede Proca, che genera Numitore e Amulio, e lascia l'antico regno della gente Silvia a Numitore ..." (13)

Ricostruzione del Foro di Augusto con la sequenza dei re di Alba Longa

Le vicende seguenti (Romolo che ascende al trono di Roma, da lui fondata), è dato per accenni e verrà approfondito nel prossimo post, incentrato sulle quattro nascite della Città Eterna.
Amulio detronizza Numitore, stermina la sua discendenza maschile e relega la figlia Rea Silvia alla verginità vestale. Rea Silvia, però, verrà fecondata dal dio Marte; Amulio darà ordine di gettare il frutto di quell'unione, i gemelli Romolo e Remo, nelle acque del Tevere.
I gemelli vengono salvati dal pastore Faustolo e dalla moglie Larentia (dopo l'allattamento d'una lupa) presso il fico Ruminale, alle pendici del Palatino.
Morte Amulio e restaurazione al trono di Alba Longa del legittimo sovrano Numitore.

753 a. C.
Fondazione di Roma da parte di Romolo.

63 a. C.
Il 23 settembre nasce Ottaviano Augusto, nella zona del Palatino nota come Testa di Bue (ad Capita Bubula, verso il futuro Colosseo).

42 a. C.
Acquisizione da parte di Ottaviano di diversi lotti sul Palatino. Edificazione della sua prima casa, nei pressi delle capanne di età romulea.

36-28 a. C.
Acquisizione di altri lotti sul Palatino. Seppellimento della prima casa ed edificazione della dimora imperiale augustea che ingloberà, nei sotterranei, anche il Lupercale.

325-326 d. C.
Costruzione della Basilica di S. Anastasia.     

326 d. C.
Celebrazione a S. Anastasia del primo Natale cristiano di Roma.

* * * * *

(1) Macrobio, Saturnalia, I, 7, 19, 21
(2) Virgilio, Eneide, VIII, 314-318
(3) Eneide, VIII, 319-325
(4) Eneide, VIII, 357-358
(5) Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, 1,9, 1
(6) Dante Alighieri, Inferno, XXV, 25-33
(7) Andrea Carandini, La casa di Augusto. Dai Lupercalia al Natale
(8) Anche Virgilio narra di tale impresa. Vedi Eneide, VIII, 185-267
(9) Antichità Romane, I, 62
(10) Eneide, VII, 55-57
(11) Tito Livio, Ab urbe condita, I, 2, 4
(12) Ab urbe condita, I, 2, 6
(13) Ab urbe conditaI, 3, 6-10

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