giovedì 18 giugno 2015

1944-2014: l'ordine è già stato eseguito. Un ricordo delle Fosse Ardeatine - 2^ parte

Foto di Maria Cristina Masotti
A cura del Cantiere24-MVL Gruppo Reportage*

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Trentatré morti tedeschi. Dieci morti italiano per ogni tedesco. Un totale di trecentotrenta. Ma i deportati alle fosse sono cinque in più. Cosa fare di quei cinque che, ormai, hanno visto tutto?
La decisione: uccidere anche loro.
Gente qualunque, presa per sbaglio, nella fretta, a Regina Coeli, o salita sui camion credendo di andare a lavorare oppure rastrellata nelle infermerie delle carceri.
La decisione: uccidere anche loro.

mercoledì 17 giugno 2015

1944-2014: l'ordine è già stato eseguito. Un ricordo delle Fosse Ardeatine - 1^ parte

Foto di Patrizia Vincenzoni
A cura del Cantiere24-MVL Gruppo Reportage*

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L’8 settembre 1943 l’Italia dichiara l’armistizio con le forze alleate rappresentate, in Italia, da Gran Bretagna e Stati Uniti. La Germania, che occupava il suolo patrio come alleato, diviene, da subito, forza nemica.
Il 10 settembre sparsi resti dell’esercito italiano (in modo spontaneo e in presenza di ordini contraddittori), con l’ausilio di alcuni volontari civili, cercano inutilmente di contrastare una veloce e potente incursione tedesca per l'occupazione della capitale.
Nonostante il sacrificio di più di mille resistenti, Roma capitola.
Si organizza, perciò, una Resistenza interna coordinata dal Comitato di Liberazione Nazionale (che comprendeva i maggiori partiti italiani, da quello socialista e comunista sino alla Democrazia Cristiana). L’azione di guerriglia e sabotaggio contro le forze naziste fu portata avanti ininterrottamente per nove mesi, dall'ottobre 1943 sino alla liberazione della città, nei primi giorni del giugno 1944.
Il 23 marzo 1944 un commando gappista (GAP, Gruppi d'Azione Patriottica) attacca una colonna del Reggimento Bozen (appartenente alla polizia nazista: Ordnungspolizei) facendo esplodere un ordigno in Via Rasella. Nell’azione, completata dal lancio di bombe a mano, muoiono 33 tedeschi.
La rappresaglia, sollecitata da Hitler in persona, viene affidata, dopo essere colata giù per i gradi della burocrazia militare, al tenente colonnello Herbert Kappler.