martedì 1 dicembre 2015

Il graffito palatino del Foro Romano. Un bisticcio tra ragazzi di 2000 anni fa

Il graffito di Alessameno risale al II-III secolo dell’era volgare; fu ritrovato durante gli scavi sul colle Palatino di Roma, presso il Paedagogium, un edificio in cui venivano educati i giovani paggi imperiali (di rango sociale elevato, spesso di origine straniera).
Il graffito è oggi esposto nell’Antiquarium Palatino, all'interno dell'area archeologica dei Fori Imperiali.

Esso raffigura un individuo nell'atto di venerare un uomo crocifisso dalla testa d'asino.

Sotto si legge, in greco: "Alexamenos sebete theon", ovvero "Alessameno adora il suo Dio". Viene considerato il primo testo sacrilego della storia, e un atto d'accusa, beffardo e violento, contro i primi cristiani, ritenuti adoratori di un dio-asino.




Il video interpreta il graffito palatino alla luce della poesia di Giovanni Pascoli (realizzazione video a cura del Cantiere24; link youtube: https://youtu.be/uxTFmL0zgvo; sotto il testo integrale del poema)

martedì 17 novembre 2015

Filippo Gagliano e Antonella Cecchi Pandolfini, Poesie


Risate a crepapelle (poesia finalista al premio Mario Dell'Arco 2012)

di Filippo Gagliano

Verso sera, "ar crepuscolo" dimo addio alla giornata
ecco che puro a me pija 'n po' de la cecagna
doppo 'n po'me metto a letto e finisce che pijo sonno ...
... passa n'ora e già so svejo
su 'na giostra m'aritrovo regazzino co la prescia pè' compagna
sto a cavallo ar destriero mentre giro intorno e rido
sodisfatto chè la vita me fa fà' sto girotonno.
E pe quanto so' contento, mentre giro e ancora giro,
rido tanto, "a crepapelle", er cavallo fa su e giù.
Che peccato, è già matina e ho dormito come 'n ghiro
mica tanto me ricordo quann'ero regazzino è rimasto
solo 'n sogno, mentre nun me ricordo più
quann'è stato che la vita
ha deciso che la strada
era ripida e in salita.



Testa dimenticata (di Antonella Cecchi Pandolfini)

E poi se ti dicessi
chi sono davvero
una testa dimenticata
forse non ci sarebbe più motivo
di nascondermi
dietro a quei sorrisi



Notte (di Antonella Cecchi Pandolfini)

Solitaria è la notte
fatta di catrame arrugginito
sabbia
polvere di stelle
un lago nero
dove dorme il mio dolore
acquietato
laggiù
Notte di bruma lieve
sorprendimi
e lasciami immemore
dell'alba
del giorno
lasciami nella notte
in questa notte fonda
che taglia
che morde
lasciami in questo spazio
chiuso
muto
dentro di me
Solitaria è la notte
e le pupille
come farfalle
fendono le ombre
il tintinnio delle ore
risuona lento
contro l'orecchio
stanco
Notte vieni
prendimi
carezzami nel buio
con il tuo manto
ornami i capelli
con il tuo silenzio
lasciami entrare nell'oscurità lunga
della mia breve esistenza

giovedì 8 ottobre 2015

Islandamente a sud

La cascata ghiacciata di Gullfoss
di Federica Bellantoni

Alla domanda che qualcuno mi ha posto a riguardo del perché l’Islanda come meta di viaggio rispondo che il motivo è di certo il sogno, le narrazioni di viaggio, gli studi scolastici ma arrivando lì mi accorgo che c’è qualcosa di ancora più forte, di primitivo, quasi ancestrale che va oltre a tutto ciò che avevi sentito dire prima. 

giovedì 18 giugno 2015

1944-2014: l'ordine è già stato eseguito. Un ricordo delle Fosse Ardeatine - 2^ parte

Foto di Maria Cristina Masotti
A cura del Cantiere24-MVL Gruppo Reportage*

[cliccare per ingrandire le foto]

Trentatré morti tedeschi. Dieci morti italiano per ogni tedesco. Un totale di trecentotrenta. Ma i deportati alle fosse sono cinque in più. Cosa fare di quei cinque che, ormai, hanno visto tutto?
La decisione: uccidere anche loro.
Gente qualunque, presa per sbaglio, nella fretta, a Regina Coeli, o salita sui camion credendo di andare a lavorare oppure rastrellata nelle infermerie delle carceri.
La decisione: uccidere anche loro.

mercoledì 17 giugno 2015

1944-2014: l'ordine è già stato eseguito. Un ricordo delle Fosse Ardeatine - 1^ parte

Foto di Patrizia Vincenzoni
A cura del Cantiere24-MVL Gruppo Reportage*

[cliccare per ingrandire le foto]

L’8 settembre 1943 l’Italia dichiara l’armistizio con le forze alleate rappresentate, in Italia, da Gran Bretagna e Stati Uniti. La Germania, che occupava il suolo patrio come alleato, diviene, da subito, forza nemica.
Il 10 settembre sparsi resti dell’esercito italiano (in modo spontaneo e in presenza di ordini contraddittori), con l’ausilio di alcuni volontari civili, cercano inutilmente di contrastare una veloce e potente incursione tedesca per l'occupazione della capitale.
Nonostante il sacrificio di più di mille resistenti, Roma capitola.
Si organizza, perciò, una Resistenza interna coordinata dal Comitato di Liberazione Nazionale (che comprendeva i maggiori partiti italiani, da quello socialista e comunista sino alla Democrazia Cristiana). L’azione di guerriglia e sabotaggio contro le forze naziste fu portata avanti ininterrottamente per nove mesi, dall'ottobre 1943 sino alla liberazione della città, nei primi giorni del giugno 1944.
Il 23 marzo 1944 un commando gappista (GAP, Gruppi d'Azione Patriottica) attacca una colonna del Reggimento Bozen (appartenente alla polizia nazista: Ordnungspolizei) facendo esplodere un ordigno in Via Rasella. Nell’azione, completata dal lancio di bombe a mano, muoiono 33 tedeschi.
La rappresaglia, sollecitata da Hitler in persona, viene affidata, dopo essere colata giù per i gradi della burocrazia militare, al tenente colonnello Herbert Kappler.